Quando alcuni giorni prima di Pasqua si preparavano le pigne ed i panettoni, così come si faceva per il pane, per farli "crescere" meglio e per evitare il "malocchio" si segnavano con una croce dicendo "che Dio le benedica", mentre chi arrivava augurava "Sante Martine".
"Turménte", tormento viene talvolta chiamato il panettone molisano che non si usa a Natale, secondo la tradizione milanese diventata regola nazionale, ma a Pasqua, quando l'abbondanza di uova e i primi tepori ne consentono la preparazione.
E' tradizione di quasi tutti i paesi molisani, dove è conosciuto con diversi nomi ("mpigna", panettone, pane di Pasqua, "turménte" ecc.) che, però, traducono gli stessi ingredienti: farina, tante uova, sugna, patate e zucchero, ma poco, in modo da non guastare un sapore asciutto e stimolante.
Solo a Termoli, a questi ingredienti, si aggiunge un po' di citrato (dieci lire di citrato, si legge in un vecchio quaderno di cucina, corrispondente grosso modo a mezzo...
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